mercoledì 10 luglio 2013

Sant'Agostino, Pitagora e ...Guardia Perticara

Dopo un fine settimana molto intenso nella mia bella Basilicata, il cui tempo è stato scandito dal trionfo dell'amore e dell'amicizia, con un classico matrimonio del Sud durato sino all'alba e da un paio di nuotate sulla costa jonica, sono rientrata alla mia quotidianità con tanti perché ed un'unica certezza che posso sintetizzare con :
"la misura dell'amore è amare senza misura".(ipse dixit)
L'ipse in questione è Sant'Agostino, filosofo, vescovo e teologo latino  vissuto a cavallo del IV-V sec. d.C.
La  locuzione "ipse dixit" ,che si traduce in :"l'ha detto lui", un Lui autorevole ovviamente, Cicerone la usa più volte  parlando dei pitagorici , che con questa frase indicavano  il loro sommo esponete, Pitagora.
Metaponto non è solo una località turistica con spiagge meravigliose, è un luogo dove si respira la storia, i resti del tempio di Hera, meglio conosciuti come "Tavole Palatine", è dove Pitagora insegnava ed uno dei suoi discepoli più famosi ... Ippaso da Metaponto, per l'appunto.
Vi assicuro che sfiorare quelle colonne doriche è pura emozione, pensare che li si discuteva di filosofia e si ponevano le basi della geometria ,dell'aritmetica, dello studio dei  suoni armonici e del rapporto armonico (sez. aurea o costante di Fidia, con cui il Partenone di Atene è stato costruito) è davvero esaltante.
Ma il culmine emotivo è stato all'interno del Museo di Metaponto, difronte a delle teche contenenti anfore a figure rosse la cui didascalia diceva Guardia Perticara!
Pur non avendo fatto tappa nel mio amato borgo,questo si è presentato a me con una bellezza da togliere il fiato e con orgoglio visibile nei miei occhi e palpabile sulla mia pelle.
Un grosso cartello spiegava l'importanza della necropoli Guardiese per il rinvenimento di reperti, non solo risalenti al periodo della Magna Grecia ,ma anche per quelli riguardanti una popolazione, gli Enotri, che abitava queste terre già prima della colonizzazione greca,  a ricordare questa popolazione una delle tante case-tempietto
(urna funeraria) e tanto vasellame con figure geometriche.
Tante testimonianze di un passato glorioso, museo pieno di reperti e povero di visitatori (eravamo in quattro).
Tutta questa meraviglia  a solo un'1 h e 20 minuti di macchina dal capoluogo lucano e dalle città pugliesi!
Alcuni dei tanti perché che hanno sfiorato la mia mente durante il viaggio di ritorno sono stati  -:"E' davvero così difficile o quasi folle vedere la bellezza e la ricchezza di questi posti? E' così difficile far apprezzare ai più l'idea di trascorrere del tempo in questa terra unendo divertimento e cultura? E' così difficile sopperire alle  carenze dello Stato che si ricorda della Basilicata solo quando c'è da trivellare per estrarre petrolio?"
L'amore  che mi scorre dentro per questo angolo di Sud
mi fa vedere  potenzialità pazzesche di sviluppo,vedo questi siti archeologici vivi , con un anda-ri-anda di gente con voglia di scoprire tutto su questa terra, spiagge,hotel e ristoranti pieni, ossia come dovrebbe essere e non com'è.
Lo stato attuale è di semi abbandono.
  Una popolazione che non ha orgoglio per le  proprie origini, che non apprezza ciò che la circonda e che non ha la minima idea della storia di questa terra, è una popolazione destinata a morire.
Solo un amore senza misura può salvare dal dimenticatoio.